3 — Sebastian Amelio

Thank you. Good Morning everyone. Dr Palermo, director general of the School systems department of the Ministry of Education, sends her regards. In this very delicate moment for our country, my thoughts go out to those who are still suffering and those who are no longer with us. I also wish to say how grateful / thankful I am to our colleagues who have made great efforts to keep things running. I hope that we will get through this difficult moment / these difficulties as soon as possible.

My regards to the director general, the director of local education authority, the eminent speakers and those attending the webinar. A special thanks to the Headmistress, who has made it possible for the Ministry of Education to be part of this significant / important event.

As already stated, the project has led to the creation of an online multilingual dictionary, carried out together with the CPIA Ravenna and the CPIA Benevento as well as European partners.

Today’s event is an opportunity to share the project outcome, to reflect on the relationship between language and society as well as to foresee its further development. Distinguished academics are here today to guide us towards a better understanding of this important topic.

I would like to share my reflections with you. The event leads to several / many reflections on integration and inclusion, among which I will point out only two to give the floor to other speakers who are more qualified to elaborate on the matter.

The first: in 2015, our country decided to set up specific educational institutions for adults / specific institutions for adult education, aiming at increasing their level of education and teaching Italian to immigrants.

This decision, never fully acknowledged, has allowed to set up hundreds of state organisations throughout the country, which today coordinate more than 2000 educational centres attended by almost 300,000 adults every year, where thousands of positions such as teachers, managers, administrative, technical and ancillary staff are employed. The outcome of 5 or 6 years’ hard work is the creation of a cultural network. This network has allowed us to welcome more than 300,000 immigrants in the last two years alone. By teaching them Italian, it has played a key role in the linguistic and social integration policies, also supported by the Ministry of the Interior.  Therefore, I think that institutional organisations and, above all, communities should take charge of this cultural network, unknown to most people, to ensure its consolidation, development and reinforcement.

The second: we all know that language is a cultural device required to consciously and fully exercise one’s rights as an individual and a member of a community. As a result, I believe that teaching a language is not just providing people with a functional tool for accessing education, training, work, health and housing. Teaching a language is above all providing people with a cultural device necessary to exert one’s rights and to be acknowledged as an individual and as a member of the community

This implies many things, particularly the need to anchor the teaching of the Italian language to a cultural as well as functional dimension. But above all, it implies the need to fix / set up homogenous organisational and teaching criteria.

If learning a language is necessary for exerting one’s rights, then it must be guaranteed to everyone equally regardless of the educational facilities. Teaching a language must take place within a common framework of reference: lately, state regulations have laid out organisational and teaching criteria as well as Italian language teaching programmes to obtain an A2 level certification. Moreover, state regulations have also laid out the criteria to assess competencies, abilities, knowledge related to learning paths to issue a certification.

Our country has made great efforts to homogenise the process of Italian as a Second Language teaching and the guidelines of the common framework of reference are the only way to guarantee free access to rights, but I am afraid that they are not always followed by CPIA schools. I hope and I’m sure that the DiM will be a useful tool to enhance the cultural network created by our country.

Thank you for your attention. I’m afraid I won’t be able to be here until the end.. I would like to thank you, again, for inviting me. I also wish the speakers who have a lot to teach me. Have a good day.

 

3 — Sebastian Amelio

Grazie preside. Saluto tutti voi e vi porto i saluti della dottoressa Palermo, direttore generale degli ordinamenti del Ministero dell’Istruzione, Consentitemi innanzitutto in questo momento così delicato per il nostro paese di esprimere un pensiero commosso per quanti ancora soffrono e quanti non ci sono più e vorrei anche rivolger un pensiero colmo di gratitudine a tutti i nostri colleghi che hanno fatto il possibile e l’impossibile per garantire comunque il funzionamento delle nostre scuole. L’auspicio è quello che se ne possa uscire quanto prima e nel migliore dei modi. saluto il direttore generale il provveditore di Avellino e tutti gli autorevoli relatori oggi presenti e partecipanti all’evento. <un saluto particolare a lei , preside che ha voluto invitare il ministero, ha voluto che il Ministero fosse presente a questa interessante iniziativa. Il progetto, l’avete detto, consiste in questo dispositivo online, questo dizionario multilingue, realizzato in collaborazione con altri CPIA, quello di Ravenna e quello di Benevento e con la collaborazione di partners stranieri già citati. Penso che l’evento di oggi rappresenti anche un’occasione non solo per riflettere e condividere i risultati del progetto, per riflettere sul rapporto tra linguaggio e società ma anche probabilmente per immaginare una traiettoria di sviluppo ulteriore di questo progetto. Sono presenti autorevoli esperti provenienti dal mondo dell’università che ci accompagneranno in questo interessante percorso di riflessione. Io voglio solo cogliere l’occasione per condividere con voi  alcune considerazioni. Ce ne sarebbero molte, sicuramente. Insomma, si presta a questo evento e questo è l’oggetto di questo evento a svolgere tante riflessioni sul tema dell’accoglienza e dell’integrazione. Io voglio condividerne con voi solo due per essere nei tempi e dare la parola  a chi meglio di me, più di me, saprà condurre questa giornata. La prima considerazione: a partire dal 2015, il nostro paese ha deciso di attivare istituzioni scolastiche specifiche, destinate agli adulti, con il compito di innalzarne il livello di istruzione e di insegnare anche la lingua italiana agli stranieri. Vedete, questa decisione che, secondo me, non è stata mai completamente valorizzata, cioè quella di diffondere sul nostro paese istituzioni pubbliche, dello stato, perché tali sono le nostre istituzioni scolastiche è una decisione che ha consentito appunto di far proliferare centinaia di amministrazioni pubbliche che oggi coordinano più di  duemila punti di erogazione frequentati annualmente da quasi 300000 adulti e dove lavorano migliaia di professionalità, tra docenti, dirigenti, personale ATA: Tutto questo è il risultato di un lavoro poderoso di 5/6 anni, insomma. E’ stata un’opera di infrastrutturazione culturale del nostro paese senza precedenti. La poderosa infrastruttura culturale che ha consentito di accogliere e far apprendere la lingua italiana a più di 300000 stranieri solo negli ultimi due anni., di fatto divenendo un’infrastruttura strategica per le politiche di integrazione linguistica e sociale promosse anche dal Ministero dell’Interno. Penso pertanto che questa infrastruttura culturale ai più sconosciuta debba essere presa in carico dai soggetti istituzionali e soprattutto dalle comunità per essere consolidata  sviluppata potenziata. La seconda considerazione che vorrei fare è la seguente: sappiamo tutti che il linguaggio è il dispositivo culturale necessario per una piena e consapevole fruizione dei diritti della persona in quanto individuo, in quanto appartenente . la parola apre un mondo da abitare nella pienezza dei propri diritti. Pertanto io penso che insegnare una lingua non sia solo dotare le persone di uno strumento funzionale ad accedere ai servizi di istruzione, formazione, lavoro, salute e casa. Insegnare una lingua è soprattutto dotare le persone di un dispositivo cultrale necessario per un esercizio attivo dei propri diritti, necessario quindi per una piena promozione di sé come individuo e come componente della comunità.

Ciò implica molte cose, sicuramente tra le tante implica la necessità di ancorare l’insegnamento dell lingua italiana ad una dimensione culturale, non solo funzionale, ma soprattutto implica la necessità di ancorare l’insegnamento a criteri organizzativi e didattici omogenei. Se apprendere una lingua è condizione necessaria per accedere ai diritti ,allora è necessario che tale accesso sia garantito a tutti in egual misura a prescindere dai luoghi di apprendimento. L’insegnamento va quindi ancorato ad un quadro comune di riferimento: è quello che è stato fatto in questi ultimi anni, sono stati definiti con norme dello stato gli assetti organizzativi e didattici i percorsi dell’insegnamento della lingua italiana nel nostro paese finalizzati appunto al conseguimento di un titolo che attesti la conoscenza della lingua italiana ad un livello non inferiore all’A2 , sono stati definiti ancora con norme dello stato le modalità di valutazione e di rilascio del titolo attestante la conoscenza della lingua italiana. Sono stati definiti con norme dello stato i risultati di apprendimento dei percorsi declinati in competenze, conoscenze, abilità.  Anche in questo caso, il nostro paese ha compiuto una poderosa opera di infrastrutturazione culturale omogeneizzando il processo di insegnamento e apprendimento della lingua italiana agli stranieri. Ecco, penso che questo importante dispositivo culturale di garanzia dei diritti, ovvero questo quadro comune di riferimento che siamo riusciti a definire in questi anni con norme dello stato dispositivi ai più sconosciuti e, dobbiamo dirlo anche, non sempre integralmente applicati dagli stessi CPIA. Penso che questo dispositivo debba essere preso integralmente e convintamente in carico ai vari livelli e questa è una condizione per garantire a tutti in egual misura a prescindere dai luoghi di apprendimento l’accesso universale ai diritti. Ecco, mi auguro che il progetto che si presenta oggi, anzi ne sono certo, possa essere uno strumento utile al potenziamento e alla valorizzazione di questa infrastruttura culturale promossa dal nostro paese. Io mi fermo qui , penso di essere stato nei 5 minuti . Vi ringrazio per l’attenzione e vi anticipo che penso di non poter essere con voi fino alla fine del convegno. Lo farò per tutto il tempo che è assolutamente possibile e ringrazio nuovamente chi mi ha invitato e soprattutto i relatori che avranno molto da insegnarmi. Buona giornata.